LA NEUROSTIMOLAZIONE MIDOLLARE NELLE ARTERIOPATIE DEGLI ARTI INFERIORI
INTRODUZIONE
La neurostimolazione midollare rappresenta già da qualche anno nei pazienti con arteriopatia periferica agli arti inferiori, non trattabile chirurgicamente, un presidio terapeutico importante ed utile nel trattamento della sintomatologia dolorosa negli stadi avanzati della malattia. Inoltre la stimolazione midollare ha dimostrato, a lungo termine, la capacità di compensare emodinamicamente pazienti instabili.
PAZIENTI E METODI
Nel periodo compreso tra il gennaio del 2004 e dicembre 2006, abbiamo reclutato e trattato 30 pazienti idonei al posizionamento di neurostimolatore midollare.
Di questi 21 erano di sesso maschile e 9 di sesso femminile, con età compresa tra 30 e 90 anni. 17 pazienti soffrivano di arteriopatia diabetica, 3 di arteriopatia infiammatoria, 9 di arteriopatia su base aterosclerotica. 2 di questi, già amputati a livello transfemorale, sono stati trattati per la presenza di sintomi legati all’arto fantasma (1) e per algie al moncone resistenti ai comuni analgesici (1). Infine, 1 paziente presentava una dolentissima ulcera perimalleolare secondaria a vasculite.
L’indicazione veniva posta sulla base della sintomatologia dolorosa, il più delle volte resistente alle terapie tradizionali e nei casi in cui non era possibile un tentativo di rivascolarizzazione o quando era controindicato un trattamento chirurgico a causa delle scadenti condizioni generali. Tutti i pazienti al IV stadio presentavano lesioni cutanee di dimensioni minime.
RISULTATI
Dei 30 pazienti trattati, 4 sono stati sottoposti a rimozione dello stimolatore. 2 cateteri furono rimossi per mancanza di risultato clinico. In un caso il catetere si infettò e in un altro caso il pace-maker si ruppe dopo caduta accidentale. Ambedue i pazienti ebbero, comunque, un miglioramento clinico notevole prima della rimozione, senza necessità di riposizionamento di un altro catetere. In 2 pazienti è stato impossibile procedere al posizionamento dell’elettrocatetere per le estese alterazioni artrosiche a livello del rachide; i rimanenti 24 continuano tuttora il trattamento con beneficio.
CONCLUSIONI
I nostri dati confermano l’utilità della neurostimolazione midollare nei pazienti con arteriopatia periferica, a maggior ragione se è presente una componente neuropatica di origine dismetabolica.
Il trattamento rappresenta un presidio terapeutico importante da utilizzare generosamente nel caso di pazienti non rivascolarizzabili per vari motivi, vista l’alta percentuale di beneficio osservato, naturalmente dopo corretta valutazione ed indicazione al trattamento. Essenziale alla riuscita del trattamento una impeccabile tecnica di posizionamento del catetere stimolatore.